Madame Bovary appare sulla rivista Revue de Paris nel 1856, pubblicato a puntate. Da subito è un romanzo che spacca l’opinione pubblica in due. Lo stile estremamente realistico di Gustave Flaubert affascina e colpisce, ma la sua protagonista, Emma Rouault, attira a sé la feroce denuncia da parte della moraleggiante e ipocrita società francese, nonché europea.
Madame Bovary è fin dal principio la negazione delle figure femminili fino a quel momento apparse nella letteratura francese e d’Europa. Emma è uno spirito irrequieto, che insegue un ideale di vita elevato, ben al di sopra del proprio e decisamente più eccitante. Quasi per ironia, sono stati quei libri romantici, popolati da donne virtuose e perbene, a convincere Emma della bontà del proprio sogno, che si nutre di gesti folli ed eccezionali.
Madame Bovary diventa ben presto il prototipo della donna immorale e dissoluta, per chi la giudica superficialmente. Andando in profondità, si vede la vittima prediletta di un costante senso di solitudine e frustrazione, per il quale il mondo non sa offrire una “cura”.
Madame Bovary è a tutti gli effetti un romanzo classico dalla indubbia modernità, e non solo grazie al realismo con cui è stato scritto. È proprio Emma, figura femminile tanto vera quanto controversa, a rendere l’opera di Gustave Flaubert un “pezzo” fondamentale ed eterno della letteratura di tutti i tempi.
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