Rieccomi di nuovo qui a scrivere su questo sito così bello e importante dal punto di vista contenutistico. Devo ammettere di sentirmi onorato ogni qual volta posso scriverci qualcosa, e lo è anche in questa occasione. Anzi, forse stavolta ancora di più.
Colei che si occupa, con eccelsa professionalità e immensa passione, di gestire Leggermania mi ha contattato qualche giorno fa per chiedermi un pezzo in cui avrei dovuto spiegare perché preferisco leggere storie noir rispetto ad altre forme narrative. Beh, si tratta di una domanda impegnativa. È come chiedere perché ci piace la cioccolata, o perché ci sentiamo attratti da un certo tipo di persona (donna o uomo che sia), o ancora dei motivi che ci spingono a percepire un moto di repulsione quando ascoltiamo un discorso politico che provenga da Destra o da Sinistra.
Ho deciso però di accettare questo incarico e parlare del perché amo leggere storie noir. Vorrei tentare anche io di squarciare il velo nero e far luce sulla questione, perciò mi sono detto “perché no”?!
La mia passione per le storie noir
Mi piace leggere storie noir intese come quelle che rimandano a un certo tipo di atmosfere e di contenuti che potremmo definire violenti, tragici, pericolosi. Se debbo essere sincero, questa mia tendenza penso sia una predisposizione naturale, un vero e proprio amore verso un certo tipo di proposta artistica che analizza in modo ottimale alcuni aspetti dell’essere umano.
Ho letto un po’ di tutto nella mia vita, dai grandi classici su cui si basa la nostra cultura occidentale, passando per i pachidermici testi di filosofia fino ad arrivare ad alcune delle nuove proposte della letteratura contemporanea.
Ora, potete dirmi tutto quello che volete ma a parer mio non esiste nessun mezzo più efficace per veicolare messaggi sociali importanti se non camuffandoli in una storia che provoca un senso di inquietudine, di raccapriccio, di timore. Ecco perché ritengo che questo tipo di arte, e mi riferisco in particolar modo ad ambiti come la letteratura gotica di epoca vittoriana, il pulp, il giallo deduttivo classico fino ad arrivare al noir e passando anche per le deviazioni più di nicchia (come lo splatter e lo sci-fi d’autore), sia ben più alta rispetto a quelle che viene ritenuta dalla massa come più importante.
Un incubo a occhi aperti
Questi generi hanno la capacità di catapultare il lettore in un incubo a occhi aperti, stimolando così le sue reazioni cerebrali e mettendo in moto il suo cervello. Ho avuto più spunti leggendo i racconti di Poe o le poesie di autori maledetti come Baudelaire, Blake e Rimbaud rispetto a qualsiasi discorso politico e/o sermone sociologico. Questi genere ritenuti minori (come possono essere l’horror, il noir, il thriller) riescono in realtà a suggerire messaggi di un certo spessore che possono ampliare la visione d’insieme di un individuo. In particolar modo per quel che riguarda il mondo giovanile, poco incline a seguire regole preconfezionate da una società ipocrita e ossessionata dalla glorificazione della violenza, le storie del terrore possono rappresentare elementi di rottura rispetto allo status quo.
Annientare il silenzioso culto della violenza della società attraverso forme oscure e aggressive di arte. Un clamoroso paradosso? Si, può darsi che sia così. Ma vedete, un lettore che si è formato leggendo opere “nere” mal accetterà una spiegazione troppo semplicistica e banale. Magari passerà il resto della sua vita ad arrovellarsi il cervello, ma avrà sempre una propria visione del mondo mutuata dalle opere che ha letto. Non sarà mai disposto a mettere in vendita le sue opinioni e non accetterà mai di essere parte della meschina luminosità da talk show di coloro che differenziano Bene e Male senza ammettere che entrambe si alimentano l’un l’altro. Insomma, per quel che mi riguarda un individuo che preferisce leggere un certo tipo di romanzo sarà una persona più libera rispetto ad altre.
Ovviamente non esiste solo il discorso politico e filosofico alla base di tutto questo. Ho già detto in precedenza che la mia è una passione che non può essere spiegata se non dicendo che… è così, punto e basta! Non c’è nient’altro da aggiungere in merito. C’è chi si emoziona leggendo di adolescenti che cercano di superare l’esame di maturità, poi ci sono altri che trovano se stessi e la propria gratificazione artistica immaginando un pericoloso individuo che si nasconde in un vicolo buio o un castello in cui si aggirano presenza inquietanti.
Come si suol dire, a ognuno il suo. E tutto questo è il mio mondo!
Il tuo qual è? Me lo racconti in un breve commento?
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