Anche se doloroso, il ricordo dell’Olocausto deve restare sempre vivo, affinché certe atrocità non si ripetano più e, soprattutto, perché aiutino a capire meglio chi siamo stati e chi siamo ora. La storia siamo noi. La storia è passato, è presente, è futuro.
Ho letto Il diario di Anna Frank quando avevo undici anni, mi sono subito affezionata ad Anne e mi sono commossa, tanto per quella ragazzina che aveva tanti sogni, che amava tantissimo leggere, amava la libertà, amava scrivere ed è proprio la scrittura che diviene il suo rifugio nel rifugio.
Scrive nelle prime pagine del suo Diario: “Spero che potrò confidarti tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero mi sarai di gran sostegno.”
Pochi giorni fa ho comprato una nuova edizione del libro perché mi sono detta che è uno di quei classici che assolutamente non può mancare nella biblioteca di casa e, non lo nascondo, con la speranza che lo leggano i miei figli.
Si tratta di un’opera tradotta in oltre sessanta lingue e venduta in oltre trentamila copie, perché Il Diario di Anne Frank non è solo la raccolta dei pensieri intimi di una ragazza ma è la testimonianza di un triste e drammatico periodo storico.
Il libro
La trama non è sconosciuta al pubblico, sappiamo bene che la voce narrante appartiene a una ragazzina di tredici anni, ebrea tedesca che nel 1942 insieme alla famiglia si rifugia ad Amsterdam e vive in modo clandestino per sfuggire al nazismo. Per due anni Anne, i suoi familiari e altri conoscenti passano le loro giornate nascosti, nella paura di essere scoperti, fino a quando, il 4 agosto 1944, l’alloggio segreto viene scoperto e tutti gli occupanti vengono arrestati e deportati verso i campi di sterminio. L’unico a salvarsi è il papà di Anne, Otto, ed è lui a far pubblicare il diario.
La testimonianza storica
Nel suo diario Anne racconta di sé, della sua famiglia, dei silenzi interminabili, della paura che diviene compagna inseparabile, del non poter respirare, respirare l’aria fresca e guardare il cielo, racconta del suo amore che sboccia e cresce per Peter.
“Siamo stati costretti a ricordare che siamo nascosti, che siamo ebrei incatenati, incatenati a un unico luogo, senza diritti, con migliaia di doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo essere coraggiosi e forti (…). Chi ci ha inflitto tutto questo? Chi ha reso noi ebrei un’eccezione in mezzo a tutti i popoli? (…) Se sopporteremo tutta questa sofferenza e alla fine rimarranno ancora degli ebrei, allora gli ebrei, da condannati che erano, diverranno esempi.”
All’improvviso Anne e milioni di persone come lei, si ritrovano ad essere solo ebrei; hanno perso l’identità, non hanno più un nome.
Il diario di Anne Frank rappresenta dunque una testimonianza storica di immenso valore. Mi sento di dire: “Ragazzi alzate gli occhi al cielo, abbiate coraggio e non soffocate i sogni perché l’autenticità di ognuno è da scoprire nella diversità (sesso, religione ..) e quindi nel rispetto di essa”.
“Lasciatemi essere me stessa e sarò soddisfatta. So che sono una donna, una donna con una forza interiore e molto coraggio! Se Dio mi lascerà vivere, raggiungerò più di quanto la mamma abbia mai raggiunto, non rimarrò insignificante, lavorerò nel mondo e per la gente! E ora so che coraggio e gioia servono più di ogni cosa!”
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta