Ti spettano tanti giorni di permesso all’anno grazie alle festività soppresse, non farti fregare

Si possono ottenere fino a 32 ore di permessi retribuiti all’anno tramite le festività soppresse. I benefici sono straordinari, scopriamoli.

La retribuzione indicata in busta paga tiene conto di una serie di elementi, tra cui ferie e permessi. Anche per questi ultimi, infatti, spetta il riconoscimento dello stipendio. In particolare, c’è una categoria di permessi che consente di ottenere fino a 32 ore di permessi all’anno retribuiti, che prende il nome di “ex festività soppresse“.

ex festività soppresse
Grazie alle ex festività soppresse si possono ottenere permessi lavorativi (Leggeremania.it)

In pratica, i lavoratori dipendenti hanno diritto a 2,667 ore di permessi al mese da gennaio a dicembre. Ma di cosa si tratta, quando si richiedono tali permessi e in che modo vengono pagati? Vediamo cosa stabilisce la normativa.

Ex festività soppresse: 32 ore di permesso all’anno o aumento dello stipendio

Le ex festività retribuite in busta paga rappresentano i giorni di festa che sono stati aboliti dalla Legge n. 54 del 1977. Continuano, tuttavia, a essere pagati. I dipendenti, infatti, hanno diritto a delle ore di permesso che, se non vengono sfruttate, sono retribuite in busta paga, di solito nei mesi di dicembre o gennaio.

permessi e indennità ex festività soppresse
Quali sono i vantaggi delle ex festività soppresse? (leggeremania.it)

Per il 2024, le festività soppresse sono: San Giuseppe (19 marzo), Ascensione (9 maggio), Corpus Domini (30 maggio), Santi Pietro e Paolo (29 giugno) e l’Unità nazionale (4 novembre). Per conoscere la modalità di pagamento di tali giornate, bisogna consultare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato al proprio rapporto.

Nel dettaglio, possono essere riconosciuti sotto forma di giorni retribuiti (per un totale di 4, più il trattamento speciale del 4 novembre) oppure di ore retribuite (per un massimo di 32). Nel caso in cui le ex festività dovessero cadere di domenica, al dipendente spetta lo stipendio previsto per gli altri giorni di festa che coincidono con la domenica. Per il sabato, invece, bisogna attenersi a quello che stabiliscono i Contratti Collettivi.

Se l’orario di lavoro è suddiviso in 5 giorni lavorativi dal lunedì al venerdì, il sabato non è valutato come giorno lavorativo né come giorno di riposo settimanale, bensì come giorno di riposo feriale. Di conseguenza, se la festività è di sabato, il lavoratore non può ricevere alcuna somma supplementare. Di norma, le ex festività soppresse sono specificate nella sezione inferiore del cedolino della busta paga.

Alcuni datori di lavoro sommano le 32 ore di permesso per le ex festività ai permessi retribuiti annuali, oppure con le ore di permessi ROL (Riduzione Orario di Lavoro). In caso di mancato godimento delle ex festività soppresse, al lavoratore spetta un’indennità sostitutiva, imponibile ai fini previdenziali e calcolata nel TFR.

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